Le Paradis

In un carcere minorile la vita scorre senza fretta, scandita da routine ripetitive e appuntamenti regolari. Una simulazione di vita in un mondo cinto di mura, in cui il tempo è tanto dilatato quanto fugace. Però, nell’attesa speranzosa di ritrovare la libertà, tutto è in costante mutamento, dentro e fuori. Le Paradis (2023), lungometraggio d’esordio del regista belga Zeno Graton, racconta la storia di Joe (Khalil Gharbia, già visto nel Peter von Kant di François Ozon) e William (Julien de Saint Jean), due giovani detenuti tra cui nasce un amore passionale, che cercano di coltivare liberamente, nonostante la severità del luogo in cui si trovano. Alla vigilia dei diciotto anni e alla luce della sua buona condotta, Joe è in procinto di lasciare l’istituto correttivo, quando William, ultimo arrivato da un altro carcere, si trasferisce nella cella accanto.

Tra i due si manifesta presto un’intesa che va ben oltre la solidarietà, e che continua a crescere finché il desiderio non prevale sulle regole e i ragazzi si abbandonano ai propri sentimenti. Graton racconta la loro relazione con delicatezza, avvicinandosi con rispetto ai pochi momenti di intimità concessi ai due giovani. I primi piani di Joe e William osservano in silenzio il loro respiro, i loro sguardi e movimenti, comunicando dolcemente la loro intesa, e al contempo contestualizzando i loro sentimenti. La fotografia calda, e la colonna sonora ammaliante del musicista franco-libanese Bachar Mar- Khalifé, sono contrapposte a momenti freddi da cui traboccano le difficoltà e in cui siamo riportati alla dura realtà. Difatti, per quanto Joe e William vogliano godere delle loro tenere emozioni, sono costantemente ricondotti al fatto di trovarsi confinati in un istituto di correzione, rieducazione e reinserimento.

Graton è abile anche nel rivelare le sfaccettature del concetto di rieducazione, caratterizzato dall’ostilità, generata da regole e punizioni ferree, ma anche dal sostegno, offerto in momenti di fragilità. Tuttavia, nel trattare le conseguenze emotive del carcere minorile, ciò che accomuna ogni situazione nell’istituto è una forte sfiducia rispetto al futuro e alla libertà, spesso percepiti dai detenuti come irraggiungibili. A noi non è dato sapere cosa abbia portato tutti questi ragazzi all’interno di queste mura, ma ciò che è comunicato con forza è che hanno diritto a un futuro. Con tutto ciò, a dare respiro alla difficoltà della situazione rappresentata è la scelta di raccontare in maniera romantica anche i momenti più drammatici, inscenando intensi nervosismi e ribellioni in modo armonioso. Le Paradis risulta essere infatti molto più un film romantico, inscrivibile al genere del coming of age, che un film di denuncia sulla detenzione. Il direttore della fotografia Olivier Boonjing racconta che, nel dialogare del film con Graton, il regista ha da subito espresso il desiderio di realizzare un film romantico e positivo, nonostante il contesto. Per generare una sorta di “iperrealismo”, inteso come la messa in scena di qualcosa di reale per poi spingersi oltre. 

Greta Calaciura

Cinema Kappadue

16.30 - 19.00 - 21.30

Proiezione

9 maggio 2024

Regia

Zeno Graton

Durata

88 min

Origine

Belgio, Francia, 2023