Cinema in Circolo: Sofia

Cinema in Circolo: Sofia

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Il film è disponibile in streaming dalle 18.00 di giovedì 10 dicembre fino alle ore 18.00 di mercoledì 16 dicembre 2020

SINOSSI

Sofia, vent’anni, vive a Casablanca con i suoi genitori. Durante un pranzo di famiglia, ha violenti crampi allo stomaco. Sua cugina Lena, studentessa di medicina specializzanda in oncologia, capisce subito e con discrezione la situazione: Sofia sta per partorire. Nessuno sapeva della sua gravidanza e, usando come scusa la necessità di recarsi in farmacia, Lena prende l’iniziativa di portare Sofia all’ospedale, dove partorisce. Ma ci sono solo ventiquattro ore per risolvere un grosso problema: Sofia deve sposarsi per non infrangere la legge. Inizia così la ricerca del padre.  

Intervista con Meryem Benm’barek, sceneggiatrice e regista

Sofia racconta la storia di una giovane donna marocchina che, in seguito ai sintomi di una gravidanza che lei per prima ha ignorato, partorisce un bambino senza essere sposata. Com’è nata questa storia?

Quando ero adolescente, mia madre mi aveva raccontato la storia sconvolgente di una ragazza che era stata accolta a casa dai miei nonni. Aveva 17 anni e ai tempi mia madre, che era poco più grande di lei, una sera aveva scoperto per caso che la ragazza era incinta e stava per partorire. Per questo motivo era stato organizzato un matrimonio il più velocemente possibile. Queste storie sono abbastanza frequenti in Marocco, dove le relazioni sessuali al di fuori del legame matrimoniale sono proibite dalla legge. Chiunque in Marocco ha già sentito parlare di storie di donne, che potrebbero essere cose così riassunte: “Non sapevo di essere incinta”.

Insomma, nonostante le possibilità che ciò accada sembrino decisamente remote, ci sono davvero casi di donne che sono diventate madri senza neppure sapere di essere incinte, che magari si sono presentate al pronto soccorso lamentando dolori lancinanti scambiati per crampi mestruali, per poi sentirsi dire dal personale ospedaliero di dover essere trasferite immediatamente in sala parto. Si tratta di situazioni estremamente complicate poiché i genitori rischiano di essere perseguiti penalmente e di essere condannati a un anno di prigione, dunque il matrimonio è l’unica via di uscita possibile. La mia storia è nata in modo spontaneo quando ho iniziato a domandarmi come un dramma di questo tipo potesse essere rivelatore del funzionamento di una società in tutti i suoi aspetti. Inoltre, il matrimonio incarna ancora il successo più grande che si possa raggiungere in Marocco. Permette di rafforzare la propria situazione sociale; per questo deve essere il più vistoso e sontuoso possibile…viviamo in una società basata sull’apparenza dove l’immagine che diamo di noi e della nostra famiglia è fondamentale. I genitori di Sofia sono più preoccupati delle origini modeste del padre del bambino che della nascita in sé e per loro la gravidanza della figlia è meno drammatica del suo inevitabile matrimonio con un ragazzo che proviene dai quartieri popolari. Si tratta di salvare il loro onore e quello della loro figlia ma anche (e soprattutto) di preservare la loro immagine davanti agli altri, soprattutto perché il dramma arriva in un momento cruciale in cui stanno per siglare un contratto con il cognato francese che cambierà le loro vite e permetterà loro la scalata sociale.

Testo tratto dal Presskit del film realizzato dalla casa di distribuzione Cineclub Internazionale. L’intervista è stata realizzata e redatta da Paolo Minuto, responsabile della programmazione di Cineclub Internazionale.