Nella Parigi della Belle Époque, da Montmartre alla Tour Eiffel, dal Moulin Rouge all’Opéra, ogni angolo era occupato da artisti, scienziati, scrittori, architetti, musicisti. O almeno così ci immaginiamo la capitale francese in quegli anni meravigliosi. Non capita spesso di entrare in un Irish Bar e sentire Erik Satie suonare il piano, mentre Chocolate improvvisa una coreografia, e ai tavoli sono seduti registi, intellettuali, poeti. Nel piccolo gioiello animato Dilili à Paris, succede questo e altro. Ocelot orchestra un vertiginoso Grand Tour visivo, attraversando il cuore pulsante di una cultura fertile e vorticosa: se un cane rabbioso ti morde si va da Louis Pasteur a farsi vaccinare. Per progettare la struttura di un dirigibile si chiede a Gustave Eiffel, abita a due passi, proprio in cima alla torre. Se stai cercando qualcuno al Moulin Rouge, chiedi a Henri de Toulouse-Lautrec. Ma ci sono anche Monet e Renoir, Marcel Proust e Marie Curie, Rodin, Sara Bernhardt e Picasso, a nominarne solo alcuni.