HOUSE OF THE SEASONS

Durante una calda estate, la famiglia Kim si riunisce a Daegu per celebrare i tradizionali riti ancestrali. Tra i membri presenti c’è Seong-jin, il primogenito, figlio dell’attuale responsabile della storica fabbrica di tofu di famiglia. Tuttavia, al termine delle cerimonie, le dinamiche familiari si complicano quando Seong-jin annuncia, a sorpresa, la sua decisione di non voler assumere la gestione dell’azienda di famiglia, provocando sconvolgimenti e tensioni tra i suoi membri. È la cura amorevole per i dettagli a rendere speciale il debutto nel lungometraggio di Oh Jung-min, che alterna le inquadrature statiche negli interni a campi lunghissimi della campagna intorno a Daegu, e di conseguenza il microcosmo di diatribe futili attorno a poche migliaia di won al quadro generale di una famiglia in via di dissoluzione, dopo che viene a mancare il suo indiscusso baricentro.
Una famiglia che simboleggia il passaggio traumatico di una nazione, legata a un passato arcaico e patriarcale, che sembra un fardello ingombrante per un presente che insegue solo il luccichio del successo. I primi minuti di film e i primi dialoghi spiegano tutto quel che c’è da sapere sulle dinamiche e le gerarchie interne alla famiglia Kim. Tutta l’indulgenza sottratta ai figli del capofamiglia, a cui viene continuamente ribadita l’inadeguatezza, è invece riposta nella generazione successiva, incarnata dall’erede maschio Seong-jin.
Emblematica in questo senso la sequenza iniziale, in un caldo torrido estivo in alle figlie, intente a preparare le verdure e i piatti riservati al rituale, è concessa solo la lieve brezza di un ventilatore, mentre il condizionatore verrà acceso solo all’arrivo del nipote (maschio) prediletto. Ma l’indubbia struttura patriarcale da società neoconfuciana non è la sola chiave di lettura di una vicenda che sfiora molteplici tematiche – i costi per le cure ospedaliere, la scarsità di incentivi per le produzioni artigianali decentralizzate – senza mai indugiare su di esse in maniera didascalica. Accompagnando il corso delle stagioni, l’arrivo dell’autunno – segnalato dalle foglie rosse intraviste dal finestrino del treno che riporta Seong-jin a Daegu – porta con sé un lutto e una reazione a catena di accuse e ritorsioni, che si protrarrà fino all’inverno, rito di passaggio definitivo, incompiuto e lasciato fuoricampo, attraverso un memorabile e silenzioso epilogo che lascia spazio alle immagini di un paesaggio innevato.

 

Cinema Kappadue

16.30 - 19 - 21.30

Proiezione

11 Dicembre 2025

Regia

Oh Jung-Min

Durata

121 min

Origine

Corea del Sud, 2023