Festival del Cinema di Locarno 75°

Agosto 2022, incontro con Costa-Gavras

di Roberto Bechis

 

Il Locarno Film Festival è uno dei più apprezzati festival europei, grazie alla qualità delle retrospettive e delle scelte di programmazione, oltre che alla splendida e semplice organizzazione. Ormai da oltre dieci anni, sempre con grande piacere, lo seguo con passione.

L’edizione di quest’anno è stata anche la seconda che ha avuto, come Direttore Artistico, Giona Nazzaro, in passato Delegato generale della rassegna della Settimana Internazionale della Critica all’interno della Biennale Cinema di Venezia. Pertanto, una Direzione con un’attenzione ancora più marcata verso il cinema d’autore.

Quest’anno, nel suo 75° anno di vita, il Festival ha deciso di assegnare il Pardo alla Carriera al regista di origine greca Costa-Gavras. Il premio è stato consegnato al Maestro in una splendida serata in Piazza Grande, alla presenza di circa ottomila spettatori. In seguito, su uno degli schermi più grandi al mondo, è stata proiettata, in versione in lingua originale e restaurata, Compartiment tueurs: restauro curato dalla Cineteca Nazionale Francese e avvenuto sotto la supervisione di Costa-Gavras stesso.

Girato nel 1965, tratto dal romanzo di Sébastien Japrisot di tre anni prima, venne definito noir inventivo e fu l’esordio di Costa-Gavras nei lungometraggi. Ma, nel corso degli anni, il film è diventato un’opera di riferimento per un nuovo genere di noir, che oggi potremmo definire psicologico. Precursore di molti film noir e polizieschi, ne ha anticipato l’ironia e il gioco tra regista e spettatore. Stile che avrebbe poi avuto la sua massima espressione in Alfred Hitchcock. Ne è scaturita una serata di gran cinema, con l’entusiasmo di un pubblico numeroso e di tutte le età, ma unito dal piacere di guardare una magnifica opera in bianco e nero, con le interpretazioni di Yves Montand, Catherine Allégret, Simone Signoret e Michel Piccoli. Grandi attori, alcuni da poco esordienti.

Ma quello che vi voglio raccontare, in particolare, è l’incontro avvenuto la mattina seguente con il regista: come sempre, nello stile del Festival ticinese, gli incontri con la stampa sono aperti al pubblico, ma sempre con una presenza di poche decine di persone. Perciò, in un ambiente quasi intimo e famigliare, Costa-Gavras ha dato il meglio di sé, con una spontaneità e una lucidità invidiabili per una persona di 89 anni. Una conversazione, a cui sono seguite alcune domande dei presenti, sempre interessante e che ha spaziato dall’arte alla politica internazionale.

Il Maestro si alternava, nelle sue risposte, nei suoi due maggiori ruoli riguardanti il mondo del cinema che così possiamo riassumere: regista impegnato politicamente, autore di film di denuncia sulla corruzione del potere (ZL’orgia del potere del 1969) e regista di film di largo successo (Missing – Scomparso del 1982), con la caratteristica comune, pur se di generi molto diversi, di essere stati premiati entrambi sia al Festival di Cannes che con gli Oscar; Presidente della Cineteca Nazionale Francese, impegnato in prima persona nella difesa del cinema su grande schermo in generale, sia del cinema d’autore in particolare.

A questo proposito, anche come Presidente di un cineclub, ho colto l’occasione per chiedere un parere sul cinema d’autore e sul futuro del cinema in sala. Costa-Gavras è stato categorico e molto chiaro: il cinema d’autore deve essere difeso e aiutato economicamente dalle risorse pubbliche, perché decisivo dal punto di vista sociale e civile. Ricordando che ciò avviene in Francia ma non, ad esempio, in Italia.

Inoltre, il regista ha insistito sul fatto che il cinema debba esistere per il grande schermo e per la condivisione delle emozioni da parte di un pubblico in sala. Tutto ciò che non viene prodotto per il grande schermo non si può definire cinema, ma solo televisione.

Ne è scaturito un bellissimo incontro che ognuno dei presenti si porterà nel cuore, per cui invito tutti a (ri)vedersi le opere del Maestro greco-francese, splendide nella forma e nei contenuti, anche per ricordare un grande maestro del cinema e un grande uomo di cultura.